ITALIANITA’

Parlare di TRADIZIONE significa in qualche modo parlare dell’IDENTITÀ un popolo.

Parlare di tradizione Italiana significa parlare di ITALIANITA

E’ una parola un po’ abusata ultimamente
La si usa spesso per sottolineare quanto gli Italiani siano bravi e creativi

Di come in Italia si mangi bene,
della moda italiana, del design, della cultura, dell’arte…

Di come il mondo intero abbia voglia di Italianità
di godere in parte del buon gusto e dello stile di vita italiano.

Ok.
Bellissimo.

Ma…
cosa significa ITALIANITA’ per un italiano?

In che cosa ci identifichiamo veramente quando pensiamo a noi stessi?
Cosa è che ci racconta per quello che siamo veramente?
Pregi e difetti inclusi?

Certo Michelangelo è stato un grande.
Ma possiamo veramente dire di “sentirci” italiani grazie a Michelangelo?

O a Dante? o a D’Annunzio?
O a Verdi? o a Umberto Eco?

Beh si certo.
e’ grazie a questi GRANDI italiani che possiamo sentirci orgogliosi di essere italiani.

Ma nella vita di tutti i giorni.
Siamo sicuri che questa Cultura “ALTA”

ci rappresenti COMPLETAMENTE?

Me lo sono chiesto.
E sebbene la risposta a questa domanda potesse essere
“beh si, cosa vorresti di più?”

se ci guardiamo tutti allo specchio
sappiamo che non è così.

In Italia, così come in ogni altro paese,
esiste la Cultura con la “C” maiuscola
quella celebrata e resa immortale nei libri, nei musei, nelle scuole

e poi c’è la CULTURA POPOLARE
quella che solitamente gli intellettuali snobbano
perchè non ritenuta appunto “all’altezza” della Cultura  con la “C” maiuscola.

Spesso banale, a volte volgare,
ma comunque presente nel nostro quotidiano
molto di più di quella alta.

Attenzione
non sto dividendo gli italiani in COLTI e IGNORANTI

sto dicendo che ci sentiamo orgogliosi di essere italiani
sia quando parliamo del Rinascimento
sia quando l’italia vince i Mondiali!

Questo è.

Magari a scuola abbiamo faticato a imparare a memoria
“Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,”

e poi non riusciamo a farci uscire dalla testa…
“Lezioni di Nirvana
c’è il Buddha in fila indiana
per tutti un’ora d’aria, di gloria
la folla grida un mantra
l’evoluzione inciampa
la scimmia nuda balla”

Così ho pensato che infondo
per celebrare la TRADIZIONE ITALIANA
si potessero usare non solo elementi di cultura alta
ma anche di cultura popolare.

E la Cultura Popolare si è sempre trasferita di generazione in generazione
in modo diretto, con i racconti dei nonni ai nipoti
con le feste e le tradizioni celebrate e ripetute anno dopo anno.

Fino agli anni 50.

Da allora è arrivato uno strumento che ha permesso alla Cultura Popolare
di estendersi e diventare patrimonio di tutti gli italiani
molto più rapidamente.

La TELEVISIONE.

Grazie alla televisione si sono diffusi molti aspetti della Cultura Alta
Documentari, Film, Dibattiti

ma ha contribuito in modo fondamentale a creare una base di cultura popolare condivisa.

Non solo più le tradizioni e gli usi e costumi locali
Ma tutta una serie di personaggi, di modi di dire, di stili di vita, di pubblicità, di immagini e di icone
che anno dopo anno, generazione dopo generazione,
sono diventate parte della cultura popolare italiana
e che rappresentano l’italianità.

Penso a Modugno o a Mike Bongiorno
Parlo di Carosello o di Rischiatutto
di Calimero o dell’Omino con i baffi.

Certo alle generazioni più giovani diranno meno,
magari loro hanno in mente altri riferimenti

Ma siamo sicuri che “Volare” sia così diversa da “Occidentali’s Karma”?

Ecco.

Già vedo schiere di “intellettuali démodé” inorridire
alla sola idea di paragonare Opere d’arte a canzonette (ah ah ah)

E infatti non li sto né paragonando né giudicando.
Dico semplicemente che sentirsi italiani significa avere dentro di noi entrambe queste due anime, queste due “culture”

E che forse ogni “cultura”, ogni “arte”, ogni “opera”
prima di diventare “alta”
nasce come “popolare”.

Che la musica che oggi chiamiamo “classica”
era la musica “pop” del 700

Che le “opere liriche” che inaugurano la stagione della Scala
erano le “fiction” di due secoli fa

Che Dante è un grandissimo autore fantasy (altro che Tolkien!).
prima che un poeta.

Che ogni “Arte Classica” è stata “Arte Contemporanea” per un periodo.

Si lo so che a qualcuno di voi si stanno contorcendo le budella
e avrebbe già voglia di contestare tutto quello che ho detto e darmi del…

POPULISTA!

e sapete che c’è?

lo prendo come un complimento!

al punto che quando ho dovuto pensare a come
“progettare un ristorante dove proporre prodotti tipici del territorio”

ho pensato ad una Osteria popolare certo…
ma anziché raccontare la cultura popolare italiana partendo dalla tradizione contadina,

ho deciso di raccontarla a partire dagli anni 50,
da quando la cultura popolare italiana è diventata anche quella televisiva.

Così ho “tappezzato” le pareti di questo locale con la riproduzione
di tutti i personaggi, di modi di dire, di stili di vita, di pubblicità, di immagini e di icone
che ho ritrovato ripercorrendo questo mezzo secolo di storia televisiva e non solo.

E mi sono accorto che guardare una vecchia foto di Modugno che canta volare con le braccia aperte
o di Mike Bongiorno che saluta tutti dicendo “allegria”
mangiando una tigella con un prosciutto di parma dop
accompagnato da un lambrusco amabile
su un vecchio tavolo di legno…

eh si

mi fa sentire completamente e indiscutibilmente italiano.

E penso che anche Michelangelo e Dante, avrebbero approvato!

Ah…
sapete come ho chiamato questo posto?

beh…

POPULISTA!

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