Quanto Costa il Tempo?
Il tempo è denaro, si dice. Ed è vero.
Con una differenza. Che il tempo, a differenza del denaro, non ha sempre lo stesso valore.
Dipende dal modo in cui viene “speso”, impiegato.
Una ora del mio tempo passata a progettare ha un valore sicuramente maggiore della stessa ora passata nel traffico in tangenziale!
Eppure sempre di una ora si tratta.
Però, trattandosi di un valore variabile, occorre DECIDERE come impiegare il proprio tempo, anche perché, a differenza del denaro, il tempo è una risorsa finita. Non posso aumentarlo lavorando di più, o chiedere un extra come potrei fare con il denaro.
Il tempo di una giornata o di una settimana è quello, punto e basta.
Posso solo decidere come impiegarlo al meglio, in modo che il mio tempo risulti il più “produttivo” o “redditizio” possibile.
Siccome realizzo locali in giro per l’Italia e a volte per il mondo, ho necessità di spostarmi spesso.
Quello per i trasferimenti è il tempo “peggio speso” in assoluto. Non a caso ho citato prima l’esempio della tangenziale. A volte capita di “buttare” ore nel traffico.
In treno o in aereo va un po’ meglio perché ci si può organizzare, ma resta comunque il fatto che il tempo speso nello spostarsi sia un tempo di valore quasi nullo. (anche se io lo utilizzo per “pensare” quindi un po’ di valore ce l’ha lo stesso)
Cosa significa tutto ciò?
Significa che io do al mio tempo un “VALORE VARIABILE” a seconda di quello che faccio, non a seconda del tempo che impiego.
Altrimenti ogni volta che trovo un ingorgo nel traffico mi verrebbe da suicidarmi se pensassi che quel tempo ha valore.
Essendo però il tempo una risorsa finita come dicevo prima, ho la necessità di “compensare” questo tempo di “poco valore” con dell’altro tempo di “grande valore”.
Complicato? Facciamo un esempio.
Vado a seguire un cantiere a 200km di distanza.
Impiego 2 ore ad andare e 2 ore a tornare. Totale 4 ore di tempo di poco valore (buttato)
Resto sul cantiere 4 ore. Dando indicazioni, risolvendo problemi, trovando soluzioni, verificando i lavori, parlando con le maestranze e discutendo col cliente.
Queste 4 ore hanno un GRANDISSIMO valore invece. Perché in questo tempo sto condensando tutto il mio sapere ed esprimendo tutto il mio potenziale. Sono sempre 4 ore ma di valore completamente diverso.
Ora, capita che i clienti mi rimproverino a volte di essere poco presente sui cantieri, (secondo loro) piuttosto che arrivare e “in 20 minuti” risolvere le cose in modo (apparentemente) sbrigativo e poi andarmene ecc…
Bene, vorrei farvi capire che a quei “20 minuti” che voi reputate essere “pochi” o “sbrigativi”, vanno aggiunti i “20 anni” di esperienza precedenti (!) che fanno si che quei “20 minuti” abbiano in realtà un GRANDISSIMO VALORE; proprio perché io riesco, grazie alla esperienza acquisita, a risolvere problemi o a trovare soluzioni in un tempo a volte molto rapido. Anche se per venire da voi ho magari impiegato 1 ora di strada.
Perché quello che conta sono i risultati, non il tempo impiegato per raggiungerli.
Io faccio l’architetto non il tassista.
Quindi se state rimuginando su quanto tempo io vi abbia dedicato in proporzione ai soldi che vi ho chiesto di parcella, riflettete su questa cosa:
l’architetto non si paga per quello che fa…
ma per quello che sa.
Perfetto. Però penso anche che se tu risolvi tutti i problemi, ma dai la sensazione (e parlo di sensazione) di essere come dici “sbrigativo” comunque offri un servizio che agli occhi del cliente sarà inadeguato. Perché in fondo anche il progettista offre un insieme di cose a contorno della competenza, così come quando vai al ristorante non conta solo che la bistecca sia buona, ma anche i modi di chi te la porta al tavolo, o le due chiacchiere che ti concede il titolare del locale per accertarsi che tu sia stato bene, anche se magari nelle cucine in quel momento c’è l’inferno…
Il tempo impiegato per ottenere un risultato non è quantificabile, perché una buona idea può venirti anche quando il cronometro è spento (o mentre sei in coda), oppure puoi stare chino sul tavolo per ore senza trarne niente di interessante.
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Ciao Alessandra, tu mi conosci e sai quanto io ami “perdere tempo”…
nel senso che mi piace passare del tempo, con i clienti e non solo, a discutere o a scambiare opinioni ed esperienze. Trovo siano momenti in cui si impara sempre qualcosa.
A volte non è possibile per “mancanza di tempo” (siamo sempre li)
Un po’ diverso è il caso in cui invece il cliente desideri un “supporto psicologico”.
Lo sai anche tu. A volte le persone hanno “bisogno” di sentirsi seguite, coccolate, tranquillizzate. Spesso in cantiere non c’è nessun problema, tutto procede come concordato, ma hanno necessità di sentirselo dire.
Questo “bisogno di conferme” è comprensibile, sia umanamente che professionalmente, se si considera che magari stanno investendo migliaia di euro nel progetto.
Tuttavia il senso del post era quello che il tempo, essendo per definizione limitato, non vada considerato in termini di “quantità”, ma di “qualità”.
Prossimamente dovremo parlare dell’architetto “psicologo”…
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Condivido!
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Pensieri….profondi…
L” arte non ha prezzo.
Ma l”ignoronza..incombe
dove tutto è confuso
nulla è distinto
x pochi estimatori.
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